In Europa le rinnovabili battono anche gli impianti a gas e carbone esistenti
Per la prima volta in Europa produrre energia elettrica con i nuovi parchi eolici e fotovoltaici, in determinati casi, è più conveniente rispetto agli impianti a carbone e a gas esistenti.
Tale affermazione arriva da un recente contributo di Dave Jones, analista di Sandbag, “think tank” indipendente basato a Londra e Bruxelles, sulla competizione tra fonti fossili e rinnovabili, anche considerando la prevista evoluzione dei prezzi sul mercato europeo del carbonio (EU-ETS).
Il grafico sotto riassume i calcoli di Sandbag.
I costi di esercizio delle centrali a gas e carbone sono aumentati dall’inizio del 2017, portandosi rispettivamente a 49-46 euro per MWh, un livello superiore ai valori toccati dall’eolico e dal solare in alcune recenti aste.
In Germania, ad esempio, le rinnovabili in certe occasioni hanno vinto le gare, che assegnavano nuova potenza da installare, con progetti utility-scale di taglia commerciale intorno a 38 €/MWh (vedi anche QualEnergia.it).
Tra l’altro, osserva l’esperto di Sandbag, i costi di generazione delle due risorse fossili sono sottostimati, perché comprendono solo il valore del combustibile utilizzato e quello della CO2 sul mercato ETS, mentre escludono una serie di altri costi, ad esempio quelli di trasporto/approvvigionamento della materia prima, oltre a quelli per trattare le acque di raffreddamento degli impianti e per abbattere le emissioni nocive.
Di conseguenza, secondo l’organizzazione indipendente belga-londinese, l’Europa si sta avvicinando sempre di più a un punto critico (tipping point) in cui gli impianti tradizionali faticheranno a competere con le nuove installazioni eoliche e solari.
Tuttavia, per il momento, la competizione riguarda in primo luogo i progetti migliori nel campo delle rinnovabili, quelli che sono riusciti a offrire prezzi molto bassi nelle aste, grazie a circostanze particolarmente favorevoli dal punto di vista tecnico-economico, in parte anche dovute alle regole stesse dei bandi (un caso-limite è l’eliminazione dei costi di connessione alla rete da alcune gare dell’eolico offshore, vedi QualEnergia.it).
Tornando al grafico di Sandbag, l’aumento attuale dei costi della generazione a gas/carbone si deve, in parte, alla crescita dei prezzi “a un anno” (year-ahead) dei vari combustibili sul mercato europeo, rispettivamente +28/30% da gennaio 2017.
In parte, invece, al maggior costo dei crediti di carbonio nel sistema EU-ETS (Emissions Trading Scheme), dove il valore della CO2 è quadruplicato da un anno a questa parte, raggiungendo oltre 20 € per tonnellata di anidride carbonica, come mostra il grafico sotto.
Le ultime analisi di Carbon Tracker, infine, evidenziano che il prezzo della CO2 dovrebbe salire a 35-40 € per tonnellata nel 2019-2020, in seguito alla piena entrata in vigore della riforma dello schema ETS che prevede di rimuovere l’eccedenza di crediti dal mercato (vedi QualEnergia.it).
Di conseguenza, il carbone dovrebbe diventare sempre più antieconomico rispetto al gas e soprattutto alle fonti rinnovabili, come segnalavano a luglio i dati record di produzione “verde” sempre in Germania (vedi QualEnergia.it).
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