Il governo correggerà il bonus-malus ecologico per le auto
Il bonus-malus ecologico per l’acquisto delle auto, che tanto sta facendo discutere in questi giorni, sarà modificato, ma ancora non sono emersi dettagli chiari sull’evoluzione di questa norma (vedi anche l’articolo Auto elettrica e bonus-malus ecologico: tutti i punti da chiarire).
Dopo l’incontro di ieri al MiSE con le associazioni di categoria e le case automobilistiche, il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha spiegato che le aziende e i gruppi dei consumatori che hanno partecipato al tavolo di confronto (neretti nostri) “invieranno delle proposte tecniche e noi saremo pienamente disponibili ad accogliere le richieste di miglioramento della norma”.
In particolare, per quanto riguarda il malus, Di Maio ha precisato che “non ci saranno nuove tasse sulle auto delle famiglie italiane”.
Nei giorni scorsi anche le associazioni ambientaliste – Transport & Environment (TE), Kyoto Club, Wwf, Legambiente e Cittadini per l’Aria – in una nota congiunta avevano chiarito che la formulazione attuale del provvedimento aveva bisogno di essere corretta.
Ad esempio, sottolineava TE, c’è il rischio che (neretti nostri) “a beneficiare della maggior parte del bonus siano le tecnologie già esistenti [il riferimento è soprattutto alla fascia dei 70-90 grammi di CO2/km che comprende principalmente vetture diesel di piccola taglia], a scapito delle nuove tecnologie realmente in grado di guidare il mercato verso la diffusione di veicoli a zero e basse emissioni”.
Intanto l’Europa non sta riuscendo a trovare un accordo di compromesso sui nuovi limiti per le emissioni di auto e furgoni.
L’ennesima riunione tra i negoziatori del Parlamento, della Commissione e del Consiglio è fallita con le divisioni tra i paesi più conservatori, capeggiati dalla Germania, e quelli che vorrebbero fissare traguardi più severi contro l’inquinamento dei veicoli, tra cui l’Italia.
Ricordiamo che il Consiglio Ue aveva proposto di ridurre le emissioni medie di CO2 delle auto nuove rispettivamente del 15% e 35% nel 2025 e 2030, in confronto ai limiti validi nel 2021.
Sarebbe una via intermedia tra gli obiettivi di riduzione suggeriti dalla Commissione (-30% nel 2030) e il voto del Parlamento che in sessione plenaria aveva approvato un taglio della CO2 del 40% alla stessa data.
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