La crisi climatica-ambientale e quella distanza tra partiti e opinione pubblica
dall’editoriale del n. 3/2019 della rivista bimestrale QualEnergia
Nei prossimi mesi si giocherà una partita importantissima per i futuri equilibri dell’Europa, dalla scelta del Presidente a quella dei Commissari, fino all’orientamento dei futuri finanziamenti.
Tutto fa pensare chei Verdi, decisamente rafforzati dall’ultima consultazione, giocheranno un ruolo importante. È possibile, ad esempio, che un quarto di tutte le risorse del Piano 2021-2027 venga destinato alla lotta al cambiamento climatico.
Venendo all’Italia è sconfortante constatare come questi temi non siano mai veramente entrati nelle corde dei principali partiti.
Una situazione molto diversa rispetto ad altri paesi che vedono forze di differenti orientamenti politici decisamente impegnate sul fronte climatico. Angela Merkel, leader del centro destra, è stata definite “Cancelliera del Clima” per il suo impegno e nei governi del Centro e del Nord Europa questa sensibilità è una costante.
Una tendenza peraltro destinata ad accentuarsi, come dimostrano gli ultimi sondaggi che posizionano i Verdi al primo posto nella più forte economia del Continente.
Le tematiche ambientaliste sono invece scarsamente rappresentate nei paesi dell’Est e Sud Europa. Ma è possibile che anche in queste aree nei prossimi anni cresca la sensibilità e la presenza nelle istituzioni.
In Italia, in realtà, l’attenzione ai temi ambientali è cresciuta, come è dimostrato anche dallo straordinario successo delle manifestazioni per il clima con decine di migliaia di giovani in piazza. Purtroppo però, la distanza tra questo impegno e le posizioni delle varie forze politiche rimane molto elevata. Del resto, anche i risultati delle formazioni Verdi alle ultime elezioni sono stati deludenti.
Dunque, ci troviamo in una fase che prevede un’accelerazione delle strategie ambientali e climatiche, ma non si vedono né al governo né all’opposizione proposte convincenti.
È chiaro che il divario tra un’opinione pubblica sempre più sensibilizzata e un’offerta politica inadeguata andrà colmato. Vedremo se alcune delle forze esistenti sapranno far proprie le nuove istanze. Finora il Pd, malgrado le dichiarazioni generose, è rimasto tiepido e incapace di delineare un’incisiva linea d’azione, i 5 Stelle sembrano aver abbandonato i temi che pure avevano caratterizzato la loro nascita, i Verdi rimangono autoreferenziali.
Se non ci sarà uno scatto nelle formazioni esistenti, sarà necessaria una cesura con il passato, con la nascita di un nuovo soggetto in grado di raccogliere la vivace spinta esistente tra i giovani, ma anche nel mondo del volontariato, della scienza, della cultura, delle imprese e di chi cerca lavoro.
Sarà infatti fondamentale attrezzarsi per orientare le radicali trasformazioni in arrivo, affrontando con intelligenza la crisi climatica, la circolarità dell’economia, l’impatto della digitalizzazione e le diseguaglianze sociali.
Offrendo una seria e innovativa prospettiva al paese, collegandosi con le forze più vivaci che stanno rafforzandosi in Europa.
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