Sole a tutta birra e birra a tutto sole: il fotovoltaico per i birrifici
Estate, sole rovente, una bella birra fresca: quasi un sillogismo aristotelico. La logica rigorosa del ragionamento si sposa da tempo immemore con la passione che milioni di persone hanno sviluppato per questa bevanda, che del sole condivide il colore e la luminosità.
Ma da qualche tempo, l’abbinata sole-birra sta facendo sempre più breccia anche nei processi produttivi e nelle soluzioni energetiche adottate dai creatori di questo versatilissimo mosto fermentato.
Solarplaza ha infatti appena pubblicato la sua classifica dei maggiori birrifici mondiali alimentati da impianti fotovoltaici. In appena quattro anni, i grandi birrifici che in giro per il mondo si servono dell’energia solare per produrre birra sono aumentati da 40 ad almeno 100, due dei quali si trovano in Italia.
E a proposito del nostro paese, c’è purtroppo da registrare la perdita di un primato. Se infatti il birrificio della olandese Heineken nel comune tarantino di Massafra vantava dal 2012 il maggiore impianto FV del mondo a servizio della produzione di birra – con 3,3 MW installati e una copertura del 18% del fabbisogno totale (vedi foto sotto) – la stessa Heineken ha appena inaugurato un sistema da ben 5,8 MW a casa sua, nella località olandese di Den Bosch. L’impianto FV di Massafra è quindi oggi al secondo posto.
Non va dimenticato comunque che Heineken ha in Italia un altro birrificio alimentato a FV, a Bergamo, con una potenza di 1 MW.
A far schizzare verso l’alto a livello globale il numero di siti produttivi ricoperti di moduli FV sono stati non solo i giganti mondiali della birra, quali Heineken, ma anche gli operatori al lato opposto della scala dimensionale, e cioè i cosiddetti micro-birrifici.
Tale fenomeno è scoppiato soprattutto negli Stati Uniti, che è anche uno dei mercati più effervescenti per il fotovoltaico in generale. La supremazia degli USA nella diffusione dell’abbinata sole-birra, con un totale di 74 impianti FV, di cui 13 nella sola California, è ben apprezzabile in questa illustrazione di Solarplaza.
Secondo Solarplaza, la potenza FV complessiva installata sui 100 maggiori birrifici del mondo sfiora 39 MW, con una taglia media degli impianti pari a circa 390 kWp.
Un altro fenomeno cruciale in prospettiva futura, sia per le attività produttive come i birrifici che per gli impianti casalinghi e di scala utility, è quello dei sistemi di accumulo.
E per alcuni, il futuro è già arrivato.
Così come per il semplice FV, anche per l’accumulo, il maggiore dinamismo dei birrifici si è registrato infatti negli Stati Uniti, con tre installazioni, di cui una in California e due nelle Hawaii.
Significativo il caso del birrificio Sierra Nevada, in California, che ha un doppio primato: con 2,6 MW vanta infatti non solo il quarto maggiore impianto mondiale in assoluto, ma anche l’impianto FV più potente fra i produttori indipendenti, non facenti parte cioè di holding tipo Heineken, Anheuser-Busch InBev o MillerCoors; e con ben 1 MWh accumulabile in batterie al litio di Tesla si è portata avanti a tutti i concorrenti, garantendosi un notevole grado di autosufficienza energetica anche di notte.
Come ormai si è capito, l’andamento del settore fotovoltaico nel suo complesso trova riflessi puntuali nel comparto dei birrifici FV. Tale parallelismo è vero anche per quanto riguarda i cosiddetti PPA, o Power Purchase Agreement, cioè i contratti di lungo termine per la compravendita diretta di energia fra produttori e consumatori.
Secondo Solarplaza, è in crescita il numero di birrifici che, per infelici collocazioni topografiche, scarsità di superfici coperte o terreni di pertinenza, o per semplice scelta aziendale, scelgono di alimentare la loro attività non autoproducendo la propria energia FV bensì comprandola direttamente da terzi nell’ambito appunto di un PPA.
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