Investimenti low carbon: nel 2019 in Europa 124 miliardi, ma vanno raddoppiati
Nel 2019 le imprese europee hanno destinato 124 miliardi di euro in nuovi investimenti a basse emissioni di carbonio, ma questa cifra va raddoppiata se vogliamo soddisfare i nuovi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile concordati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Questo è quanto emerge da un nuovo studio – Doubling Down: Europe’s Low Carbon Investment Opportunity – realizzato da Carbon Disclosure Project in collaborazione con la società di consulenza globale Oliver Wyman.
Condotta su un campione di 882 imprese europee quotate in borsa, la ricerca conferma che, nell’arco dello scorso anno, ammonta a 59 miliardi di euro la spesa in nuovi investimenti low-carbon e a 65 miliardi di euro quella in nuove attività di R&S.
Complessivamente, le società prese in esame sono responsabili delle emissioni annue equivalenti ai tre quarti del totale di quelle emesse dall’Unione Europea nello stesso periodo.
Le principali aree di investimento sono quelle relative a R&S nell’ambito della mobilità elettrica, con 43 miliardi di euro, e investimenti in rinnovabili (16 miliardi di euro), infrastrutture di rete (15 miliardi di euro) e programmi ad hoc per l’utilizzo dell’energia in ottica smart (8 miliardi di euro).
Le imprese europee, sottolinea però CDP, devono raddoppiare la percentuale di tecnologie a basse emissioni di carbonio sul totale del capitale investito, passando quindi dal 12% al 25% su base annuale, così da raggiungere entro il 2050 il traguardo di neutralità climatica stabilito dall’Unione Europea.
Il report evidenzia il vantaggio concreto derivante dall’aumento degli investimenti in tecnologie pulite. A uno sguardo d’insieme, le aziende europee prevedono di ridurre di approssimativamente 2,4 giga tonnellate le emissioni inquinanti – superando di gran lunga quelle annuali di Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Polonia, con un conseguente aumento dei profitti pari a 40 miliardi di euro.
Inoltre, le aziende europee possono beneficiare di 1,22 trilioni di euro derivanti da nuove opportunità legate alla neutralità climatica, ad esempio attraverso un aumento della domanda di veicoli elettrici e infrastrutture green. Il valore di queste opportunità è pari a sei volte il costo dell’investimento iniziale di 192 miliardi di euro.
La società di costruzioni ACS Actividades de Construcción y Servicios – è uno degli esempio che fa CDP – ha identificato un’opportunità di €11 miliardi in progetti di bioedilizia e infrastrutture green.
Volkswagen AG prevede che entro il 2025 i veicoli elettrici costituiranno il 25% del totale delle vendite annuali, apportando così introiti per 59 miliardi di euro. E ancora: per la Germania E.ON parla di 12 miliardi di euro da destinare all’implementazione di soluzioni per la ricarica dei mezzi elettrici.
Attualmente gli investimenti “puliti” sono concentrati in alcuni settori chiave, con oltre €9 su €10 spesi da società dei settori trasporti, energia e materie prime. Le aziende di questi settori sono infatti responsabili di oltre l’80% delle emissioni del campione analizzato.
Tra gli investimenti censiti, 45 miliardi di euro sono stati spesi nel campo di energie rinnovabili, infrastrutture di rete, gestione della domanda e tecnologie digitali. Altri 43 miliardi di euro, come anticipato sono andati in R&S, principalmente per la realizzazione di veicoli elettrici e tecnologia per la guida autonoma.
In ritardo sembrano invece le aziende del settore delle materie prime – che includono industrie che gestiscono materiali come cemento, prodotti chimici, acciaio e carbone – che hanno dichiarato nel 2019 investimenti solo del 5% in tecnologie a basse emissioni di carbonio, nonostante siano responsabili di quasi il 40% delle emissioni dirette.
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