AgiChinaenergy: rinnovabili, sempre piu' presenti Pmi italiane (3)
(AGI) – Pechino, 17 lug. – Lo sviluppo di questa fascia di business e’ ancora basso, nonostante le aperture del governo negli ultimi anni sia in termini di progetti di tecnologia ambientale che di presenza delle piccole e medie imprese. “Rispetto alle potenzialita’ del mercato siamo ancora in una fase embrionale – continua Ghiara – Si puo’ fare molto nel settore del trattamento dei rifiuti solidi urbani. Per permettere non solo alle aziende straniere, ma anche alle stesse aziende cinesi di entrare in questo mercato il punto e’ non considerarli progetti ambientali ma di business, perche’ gli investimenti dello Stato sono sufficienti per fare funzionare la centrale, ma non attirano l’attenzione dell’imprenditore cinese”.
Ad aiutare la presenza delle imprese italiane in questo segmento di business sta intervenendo in questi ultimi anni un diverso approccio nella concezione del settore in Cina. Anche le ultime analisi registrano un positivo cambio di passo in questo senso: lo scorso anno, la quota di combustibili non fossili nel paniere energetico cinese e’ aumentata di piu’ del 50% su base annua, arrivando a un totale del 9,6%, secondo i dati pubblicati da British Petroleum. “Esiste gia’ una mentalita’ che non vede nelle piccole e medie aziende una realta’ da evitare, ma piuttosto una risorsa, per la loro dinamicita’. E questo e’ un fattore che viene visto in maniera positiva – conclude Ghiara – Parlando con i responsabili dei gruppi cinesi, vengono spesso citati i grandi nomi come ABB e Siemens, ma gia’ oggi si intravvede un cambio di impostazione: c’e’ curiosita’ nel vedere cosa possono offrire le piccole e medie imprese straniere. Quello che serve e’ cercare di creare un maggiore dialogo tra queste due parti, sul quale e’ importante lavorare”. (AGI) Ciy/Mau
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