Con il bio-kerosene di Lufthansa si può scegliere di volare “pulito”, ma quanto costa…
Chi ha tempo, coraggio e molta determinazione, può decidere di attraversare l’Atlantico in barca a vela, per raggiungere New York senza emettere nemmeno un grammo di anidride carbonica.
Ma se non ti chiami Greta Thunberg è difficile viaggiare “carbon free”, a emissioni-zero di CO2, soprattutto se si vuole andare da un continente all’altro: la barca a vela è una scelta per pochi eletti, mentre l’aereo è uno dei mezzi di trasporto più inquinanti perché ogni volo consuma grandi quantità di kerosene.
Si può fare qualcosa per ridurre l’impatto ambientale dei propri spostamenti in aereo?
Lufthansa ha appena lanciato una piattaforma web, Compensaid, che permette a ogni passeggero di conoscere le emissioni di CO2 associate ai suoi voli, secondo differenti parametri (tipo di velivolo, lunghezza del tragitto, carburante utilizzato e così via).
La novità della piattaforma è la possibilità di acquistare direttamente un certo ammontare di bio-kersoene per compensare l’inquinamento prodotto dal jet-fuel tradizionale.
In altre parole, il passeggero può “coprire” il suo consumo individuale di kerosene fossile con un carburante “verde” identificato dall’acronimo inglese SAF (Sustainable Aviation Fuel), cioè un combustibile sintetico ricavato da processi chimico-industriali che sfruttano diversi tipi di biomasse vegetali, oli e grassi animali, rifiuti eccetera.
C’è un calcolatore online che dice al passeggero quanto SAF dovrebbe acquistare per rendere il suo viaggio più amico dell’ambiente: certo il conto è un po’ salato, perché il kerosene “sostenibile” costa circa il quadruplo rispetto al carburante di origine fossile.
Quindi per volare da Francoforte a New York in classe economica bisognerebbe spendere circa 374 euro in più per partecipare al programma di compensazione delle emissioni (l’esempio è citato dalla Associated Press).
Lufthansa riporta un extra-costo individuale pari a 45 euro per un volo Amburgo-Francoforte.
La compagnia aerea tedesca in una nota chiarisce che l’utilizzo del bio-kerosene acquistato avverrà su uno dei suoi voli entro sei mesi; Lufthansa pagherà il prezzo base del carburante aereo, mentre il passeggero pagherà il sovrapprezzo (surcharge) calcolato sui valori di mercato per la produzione di jet-fuel a ridotto impatto ambientale.
In alternativa, è possibile partecipare a un progetto di riforestazione in Nicaragua sempre con l’obiettivo di compensare le emissioni inquinanti associate ai propri voli.
Il problema del bio-kerosene, ricorda Lufthansa – vedi qui un recente approfondimento di QualEnergia.it sul tema – è il suo essere ancora lontano dalla maturità commerciale: ci sono pochi impianti produttivi nel mondo e questa scarsa diffusione spiega almeno in parte il prezzo elevato.
E poi restano dubbi e polemiche sulla reale sostenibilità ambientale del jet-fuel sintetico: bisogna capire quali tecnologie consentono di produrre un carburante veramente “pulito” di origine rinnovabile.
Secondo Lufthansa il SAF è in grado di ridurre fino all’80% le emissioni di CO2 in confronto al kerosene fossile, perché in sostanza “riutilizza” l’anidride carbonica assorbita in precedenza dalle biomasse impiegate nel ciclo produttivo.
Tuttavia, la produzione su vasta scala di bio-combustibili da materie prime vegetali è tutt’altro che pacificamente accolta dagli studi scientifici sul clima (vedi anche l’ultimo rapporto dell’IPCC sull’uso dei suoli), a causa delle conseguenze devastanti che può generare, come la deforestazione.
In definitiva, occorre intensificare le attività di ricerca e sviluppo per ricavare carburanti a emissioni-zero nell’intero ciclo di vita (reperimento delle materie prime, trasporto, produzione, distribuzione, impiego finale), ad esempio con biomasse di scarto/residui vegetali oppure con sistemi Power-to-Liquid da cui ottenere combustibili liquidi a partire da energia elettrica rinnovabile.
Powered by WPeMatico