Decreto rinnovabili Fer 1, le novità del testo notificato alla Commissione

Laboratorio Metrologico Ternano

Decreto rinnovabili Fer 1, le novità del testo notificato alla Commissione

24 Gennaio 2019 Articoli bozza decreto rinnovabili bozze decreto Fer 1 decreto rinnovabili 0

Un premio sull’autoconsumo da 10 euro/MWh, tempi più lunghi per partecipare ai bandi, contingenti riallocati a scapito dei grani impianti FV ed eolici: lo schema di DM Fer 1 inviato a Bruxelles, che a questo punto potrebbe essere il testo definitivo, contiene diversi aggiustamenti rispetto alla versione mandata alla Conferenza Unificata.

Non cambiano invece, ma si sapeva, le norme dalle Regioni conteste su idroelettrico e geotermia. L’attuazione di alcune proposte Arera, come quella dei contingenti geograficamente limitati, è rimandata al Piano Energia e Clima, mentre qualche perplessità in più la lascia il fatto che siano invariate anche le date dei bandi di aste e registri.

Si prevede infatti che il primo si apra il 31 gennaio 2019, giovedì prossimo e sembra molto improbabile che il decreto entro quella data abbia già avuto l’ok di Bruxelles e sia già stato pubblicato, anche se, come spiegano a QualEnergia.it fonti MiSE, il testo è stato messo direttamente in notifica il 23 gennaio, “saltando la prenotifica” e la Commissione avrebbe già espresso “un’approvazione informale”.

Restando ai bandi, il nuovo testo come anticipato, dà più tempo per la presentazione delle domande di partecipazione: 30 giorni decorrenti dalla data di pubblicazione del bando.

Anche i contingenti cambiano, con potenza spostata dalle dal gruppo A delle aste (eolico e fotovoltaico > 1MW) che perde 100 MW a favore dei gruppi C di aste e registri, cioè gli impianti oggetti di rifacimento.

I nuovi contingenti per le aste sono questi:

Qui quelli per i registri:

Qui le tariffe, che invece restano invariate:

Tra le novità maggiori, come anticipavamo c’è un bonus autoconsumo: per gli impianti di potenza fino a 100 kW su edifici, sulla quota di produzione netta consumata in sito è attribuito un premio pari a 10 €/MWh, cumulabile con il premio per il FV in sostituzione delle coperture in amianto, di 12 euro/MWh.

Non è entrata nel testo finale invece la proposta delle Regioni di incrementare il bonus in parallelo alla percentuale di energia autoconsumata, né quella di mettere l’autoconsumo tra i criteri di priorità.

Altra correzione pro FV su tetto riguarda i terreni agricoli: si specifica che il divieto di realizzarvi impianti incentivati vale per quelli a terra.

C’è poi un innalzamento della taglia entro la quale si può chiedere il ritiro dell’energia da parte del GSE: sale da 100 a 250 kW (i tecnici delle Regioni volevano fosse portata a 500).

Corretta anche la “scomparsa delle caveche avevamo segnalato: tra i criteri di priorità su iniziativa delle Regioni tornano impianti realizzati su “cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento estrattivo ripristinate ”

Accolto anche il suggerimento delle Regioni per disincentivare la proliferazione vista in passato di piccole pale eoliche, in particelle catastali grandi quanto la fondazione della pala stessa: l’accesso agli incentivi nel testo uscito da confronto è “riservato a impianti ricadenti in particelle catastali identificate prima del 01.01.2018”.

Tra i diversi altri aggiustamenti: chiarimenti sugli aggregati di impianti e ammissione degli impianti che hanno iniziato i lavori, idonei ma in posizione non utili nelle graduatorie delle procedure del 2016, sempreché entrino in esercizio successivamente all’ammissione in posizione utile nelle graduatorie del nuovo presente decreto.

Precisazioni anche sull’utilizzo di componenti rigenerati: dovranno rispettare i requisiti previsti dalle procedure Gse applicative dell’articolo 30 del DM 23 giugno 2016.

Cambia rispetto alla versioni precedenti anche l’articolo sui PPA, su cui l’Arera era stata critica nel suo parere, secondo il nuovo testo il regolatore non dovrà più preparare le bozze dei contratti bensì si limiterà, ad adottare “se necessario, disposizioni atte a rimuovere le eventuali barriere regolatorie”, oltre a stabilire le modalità con cui sono coperte le spese per lo sviluppo della piattaforma.

Come detto, alcune proposte Arera, ritenute “particolarmente meritevoli di considerazione” sono comunque rimandate al PNIEC.

In particolare, si cita rimandandola al Piano, l’idea dell’Autorità di identificare le aree del territorio in cui è possibile realizzare gli impianti, coinvolgendo enti autorizzanti e gestori di rete, per definire definire i contingenti da mettere all’asta, eventualmente differenziati per area geografica. Una prospettiva, questa, che potrebbe rallentare un mercato, quello del FV a terra, che invece sta già ripartendo (si vedano le ultime notizie sui PPA che si stanno siglando in Italia) e che per questo, secondo alcune indiscrezioni, lascerebbe piuttosto tiepido il MiSE.

Vedi anche: QualEnergia.it, Decreto rinnovabili Fer 1: il testo più recente e tutti gli aggiornamenti

Powered by WPeMatico

Lascia un commento

Translate »