Emisioni auto, perchè Fiat-Chrysler è stata costretta a chiedere soccorso a Tesla
Fiat-Chrysler alleata con Tesla per ridurre l’inquinamento dei veicoli: la notizia che rimbalza in queste ore su tutti gli organi di stampa internazionali, riporta l’attenzione sui cambiamenti che stanno per interessare il mondo dell’auto in Europa.
Dal prossimo anno, infatti, le nuove auto vendute nell’Ue dovranno essere più ecologiche, perché entreranno progressivamente in vigore limiti più severi sulle emissioni medie di anidride carbonica, pari a 95 grammi di CO2/km.
E le emissioni delle vetture del gruppo italoamericano in media erano intorno a 123 g/km secondo i dati citati dal Financial Times, tra le prime testate a parlare dell’accordo siglato tra FCA e Tesla con il benestare della Commissione Ue.
Ma nei complessi regolamenti europei c’è più di una scappatoia a disposizione dei costruttori che non riescono a soddisfare i nuovi requisiti antinquinamento: tra queste, la possibilità di sviluppare un “open pool” con altre case automobilistiche concorrenti.
In sostanza, chi costruisce modelli più “sporchi” a benzina/diesel e non è ancora pronto a immatricolare un adeguato numero di modelli 100% elettrici o ibridi plug-in, può creare un’unica grande flotta più “pulita” siglando un accordo di flessibilità con una compagnia che produce veicoli a bassissimo impatto ambientale.
Al momento mancano informazioni più dettagliate sui termini finanziari dell’intesa FCA-Tesla (le indiscrezioni parlano di centinaia di milioni di euro). In generale, il meccanismo di flessibilità prevede che il produttore di veicoli più inquinanti, qui FCA, acquisti dal suo alleato-concorrente più virtuoso, qui Tesla, un certo numero di crediti di CO2 per rientrare nei limiti imposti da Bruxelles.
Insomma, quel che conta è che il parco-auto complessivo di FCA più Tesla consenta di ottenere una media di emissioni di CO2 in linea con i parametri indicati dalla Commissione europea per il 2020-2021; e in questo caso sarà il marchio di Elon Musk a fare cassa, cedendo a FCA i crediti delle sue vetture alimentate esclusivamente dalle batterie al litio e quindi a emissioni zero.
Ed è la prima volta che un simile accordo viene siglato a livello europeo.
Negli Stati Uniti, Tesla ha già guadagnato oltre un miliardo di dollari in tre anni, vendendo alle altre case automobilistiche i crediti corrispondenti ai suoi modelli elettrici.
Intanto, il Parlamento Ue ha approvato in via definitiva le nuove norme sulle emissioni auto al 2030: dovranno essere inferiori del 37,5% rispetto ai valori validi nel 2021, ma l’organizzazione indipendente Transport&Environment ha segnalato una serie di trucchi e altre scappatoie che permetteranno ai costruttori di allentare le maglie anti-CO2 (si parla addirittura di “false auto elettriche” grazie a un meccanismo di crediti e moltiplicatori che finirà per premiare i modelli ibridi: vedi qui).
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