Energia: convegno, da rilancio oil&gas spinta a ripresa del Paese
(AGI) – Piacenza, 21 nov. – La crisi economica generale, e in particolare nel settore dell’Oil&Gas, potrebbe trasformarsi in un’opportunita’ per l’Italia, con le aziende energetiche pronte a fare importanti investimenti, a condizione che ci sia un “contesto normativo chiaro, certo e trasparente”. Ne e’ convinto Carlo Vito Russo, Direttore Upstream Sud e Centro Europa dell’Eni. “Le crisi nel settore Oil&Gas si sono ripetute ciclicamente nella storia, anche quella attuale sicuramente passera’, quando finira’ non e’ facile dirlo. Ancora per molto tempo gas e petrolio copriranno una larga parte della domanda di energia, pertanto sara’ necessario poter estrarre gas e petrolio a un prezzo sostenibile per l’industria”, ha premesso Russo nel corso del suo intervento a un convegno organizzato per presentare il libro ‘Piacenza nella storia degli idrocarburi’ a cura di Germano Ratti, Maurizio Pavesi e Renato Passerini.
Per Russo “in un contesto di forte austerita’ prolungata come quello che stiamo vivendo e’ inevitabile l’attuazione di politiche volte al taglio dei costi e delle attivita’ programmate”, tuttavia “e’ indispensabile mantenere una visione positiva per intraprendere azioni in grado di accelerare l’uscita dalla crisi e rendere il settore piu’ forte ed efficiente: il taglio dei costi e il differimento degli investimenti sono misure che vanno bene nel breve termine; nel lungo periodo occorrera’ far ripartire gli investimenti esplorativi e di sviluppo”. Il contributo che il rilancio del settore puo’ dare alla ripresa dell’economia italiana e’, secondo Russo, “considerevole”, se si considera che “la stima delle riserve certe, probabile e possibili di gas e petrolio e’ di 350 milioni di tonnellate di olio equivalente a cui si deve aggiungere il potenziale esplorativo che a causa dell’assenza di attivita’ esplorativa non puo’ essere quantificato. Se riuscissimo a mettere in produzione anche solo una parte di tali risorse si potrebbero attivare investimenti per circa 10 miliardi nell’arco di un quinquennio, creare posti di lavoro per oltre 5000 persone per i prossimi 6-10 anni, oltre a entrate fiscali e rilevanti risparmi sulla bolletta energetica”, “e in ultimo, non per importanza, si ridurrebbero le emissioni (il 93% della produzione italiana e’ gas, solo il 7% olio”.
Per poter impiegare questa massa di investimenti, ha avvertito poi il dirigente, e’ indispensabile “un quadro di riferimento normativo certo, chiaro e trasparente”. Purtroppo, “le lungaggini burocratiche rendono farraginoso l’iter per la concessione di permessi di ricerca e coltivazione di idrocarburi”, un aspetto spesso “ostaggio della politica locale”, tanto che “alcune compagnie stanno facendo un passo indietro, rinunciando a permessi di ricerca” a causa della forte ostilita’ delle comunita’ locali verso tutto cio’ che riguarda il settore oil&gas”. Su cui gravano, come ha ricordato durante il suo intervento il direttore generale Risorse energetiche del ministero dello Sviluppo economico, Franco Terlizzese, “tanti pregiudizi” che ignorano il fatto che “siamo il miglior Paese europeo per gli standard di qualita’”. “Le difficolta’”, ha aggiunto Terlizzese, “sono spesso dovute a un gap informativo o a una sbagliata comunicazione alle popolazioni interessate dai vari progetti o investimenti nel comparto”. Eppure, come ha ricordato Russo, grazie alla continua ricerca e alla costante innovazione tecnologica e’ “aumentata la sicurezza delle persone e dell’ambiente”, fino a rendere l’industria petrolifera “tra le piu’ sicure”. “Gli indici infortunistici di Eni”, ha concluso Russo, “sono ormai vicini allo zero”, senza dimenticare inoltre che “le attivita’ estrattive e di coltivazione in Italia sono soggette a controlli tra i piu severi al mondo, le tecnologie utilizzate garantiscono standard di sicurezza elevatissimi, tutto cio’ puo’ garantisce uno sviluppo economico ambientalmente sostenibile e compatibile”.
Rassicurazioni sulla strategicita’ del comparto sono arrivate dal sottosegretario all’Economia, Paola De Micheli: “gli investimenti per la filiera dell’energia devono essere uno dei punti fermi della politica industriale italiana per poter avere uno sviluppo armonioso del settore energetico che troppo spesso si e’ scontrato con una paura immotivata e la poca conoscenza da parte della popolazione”. (AGI) Dan
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