Escludere gli investimenti verdi dal deficit, l’idea italiana in Europa non piace
In Europa la proposta italiana di escludere gli investimenti “verdi” dal deficit è già stata congelata da Frans Timmermans, designato da Ursula von der Leyen a entrare nella sua squadra come vicepresidente esecutivo responsabile del Green New Deal e commissario per il clima.
Nelle audizioni in corso all’Europarlamento con i membri della nuova Commissione von der Leyen (che, ricordiamo, entrerà in carica a novembre), la deputata Eleonora Evi (M5S) ha chiesto a Timmermans se “non pensa sia arrivato il momento di cambiare le regole fiscali e di bilancio e di escludere gli investimenti verdi e sociali dal calcolo del deficit a livello nazionale […]”.
“Io non propongo di escludere certi investimenti così in genere dalle regole fiscali dell’Unione europea”, ha risposto Timmermans, in italiano, dopo aver però ricordato che Valdis Dombrovskis – vicepresidente designato per l’economia e commissario per i servizi finanziari – ha fornito delle indicazioni nella sua precedente audizione.
Dombrovskis non è stato così lapidario come Timmermans, ma ha anche evitato di affrontare la questione troppo nei dettagli, affermando che si potrebbe ragionare sull’idea di applicare dei limiti alla Golden Rule che impone di chiudere i bilanci annuali delle amministrazioni pubbliche almeno in pareggio.
Tornando all’audizione di Timmermans, sono tanti gli argomenti discussi con gli europarlamentari.
Per quanto riguarda le politiche di carbon pricing, rispondendo a una domanda di Michael Bloss dei verdi tedeschi, il futuro vicepresidente esecutivo ha dichiarato di non essere favorevole all’introduzione di un prezzo minimo “base” della CO2 (carbon price floor) sul mercato ETS.
Invece Timmermans intende lavorare con altri commissari per definire una carbon border tax, una tassa sul carbonio alle frontiere per colpire i prodotti importati dai paesi extra-Ue che non rispettano gli standard ambientali europei.
In tema di Green Deal, Timmermans ha confermato che lavorerà subito a una proposta di legge climatica per consentire all’Europa di raggiungere al 2050 la neutralità in termini di emissioni inquinanti; inoltre, il vicepresidente esecutivo intende presentare il prima possibile delle iniziative legislative per andare verso un taglio del 50-55% delle emissioni di CO2 nel 2030.
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