In Danimarca il solare a sorpresa prende il 40% dell’asta sulle rinnovabili
Eolico sulla terraferma e fotovoltaico si sono spartiti abbastanza equamente la nuova capacità rinnovabile nell’asta “mista” che si è appena chiusa in Danimarca.
A differenza di altri mercati, dove una tecnologia ha prevalso nettamente sull’altra in queste competizioni dirette tra diverse fonti pulite – vedi i casi recenti di Germania e Francia con il successo del fotovoltaico – nel paese nordico, con una certa sorpresa, il solare è riuscito ad aggiudicarsi quasi il 40% della potenza disponibile, con tre progetti per un totale di 104 MW.
Le altre offerte vincenti, tre anche in questo caso, riguardano i parchi eolici: 165 MW che sommati al fotovoltaico portano il risultato complessivo dell’asta a circa 269 MW.
Alla gara, informa una nota dell’agenzia danese per l’energia, hanno partecipato 17 progetti, di cui 260 MW per impianti eolici a terra e 280 MW per impianti fotovoltaici.
La tariffa media spuntata nell’asta è pari a 0,31 euro/kWh (2,28 corone danesi).
Gli impianti riceveranno l’incentivo per vent’anni come tariffa premium in aggiunta al prezzo di mercato dell’elettricità.
Gli operatori dovranno connettere alla rete i parchi eolici/fotovoltaici entro due anni dalla firma dei relativi contratti con l’agenzia per l’energia.
Intanto, ricordiamo sempre che in Italia l’ultima versione del decreto sulle rinnovabili ha previsto dei “meccanismi di riallocazione della potenza” per attenuare il principio di neutralità tecnologica nelle aste (ma non nei registri), riservando una certa percentuale della capacità disponibile alla fonte rinnovabile meno competitiva, il cosiddetto contingente di salvaguardia.
In sostanza, si vuole evitare che il fotovoltaico conquisti il 100% della capacità messa a gara, a scapito dell’eolico, oppure viceversa, anche se in questa fase il fotovoltaico appare certamente favorito per molteplici ragioni, tra cui la disponibilità di siti idonei.
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