L’Italia non vuole perdere il treno della Battery Alliance europea
La diffusione della mobilità elettrica, il recupero e riciclo degli accumulatori, la ricerca di nuove tecnologie alternative al litio, l’approvvigionamento etico ed ecologico delle materie prime.
Sono tanti gli argomenti toccati dalla risoluzione sul piano d’azione strategico Ue volto a creare una filiera industriale per le batterie in Europa.
Il testo è stato approvato all’unanimità dalla X Commissione Industria del Senato.
Il documento (allegato in basso) è arrivato al termine dell’indagine conoscitiva promossa dal presidente della commissione, Gianni Girotto (M5S), indagine che nelle scorse settimane aveva raccolto pareri da diversi operatori del settore, tra cui Enel, Terna e Cobat.
Si era parlato in più occasioni di far salire anche l’Italia sul treno della Battery Alliance europea, che da qualche mese sta raccogliendo le adesioni (leggi: investimenti multimiliardari) di paesi come la Francia e la Germania, allo scopo di realizzare grandi stabilimenti per produrre gli accumulatori che saranno il motore della rivoluzione elettrica nei trasporti e nell’accumulo di energia per le reti.
Così la commissione Industria, dopo aver ricordato che oggi l’Europa produce solamente il 3% delle celle per le batterie al litio su scala globale (Asia: 85%), afferma che lo sviluppo di questa filiera economica (neretti nostri nelle citazioni) “è una priorità per il nostro paese, in linea con quella dell’Unione europea”.
In particolare, l’Italia potrebbe ritagliarsi un ruolo di assoluto rilievo per quanto riguarda il riciclo/riutilizzo delle batterie a fine vita, tanto da diventare “con un’adeguata programmazione e i necessari investimenti”, uno dei maggiori fornitori di “materia prima seconda”, soprattutto litio, cobalto, grafite e altri materiali preziosi (vedi anche qui).
In tema di Battery Alliance, osservano i senatori, “la Commissione europea dovrebbe inserire l’opportunità di dare adeguata attenzione alle attività (e relativi investimenti) finalizzate alla second life delle batterie, con particolare riguardo allo stoccaggio di energia elettrica, in quanto importante componente della catena del valore di tale filiera a fini di competitività e sostenibilità”.
Si tratta, in altre parole, di riutilizzare le batterie dei veicoli elettrici per applicazioni di accumulo stazionario.
Per quanto riguarda la filiera produttiva, osserva poi la X commissione, “la Commissione europea dovrebbe inoltre rafforzare in modo ancora maggiore i propri impegni e investimenti, anche al fine di raccogliere l’indicazione della Corte dei Conti europea rispetto all’attuale situazione di ritardo rispetto ad altre regioni del mondo e alle sfide necessarie per superare suddetto ritardo”.
Ricordiamo, infatti, che lo scorso aprile la Corte dei conti europea aveva segnalato che l’Europa rischierà di fallire gli obiettivi previsti dalla Battery Alliance, tra cui la costruzione di almeno 10-20 giga-factory per complessivi 200 GWh di capacità produttiva annuale al 2025.
Difatti, con gli investimenti già previsti si dovrebbe arrivare a 70 GWh nel 2023, scriveva la Corte dei conti, quindi ancora ben lontani dal traguardo che si dovrebbe tagliare due anni dopo; e la quota europea sulla produzione mondiale di celle salirebbe di poco, dal 3% attuale al 5% senza riuscire a scalfire minimamente il predominio asiatico.
Un altro tema affrontato dalla risoluzione è lo sviluppo delle colonnine di ricarica per le auto elettriche, con particolare attenzione alle soluzioni V2G (Vehicle-to-Grid) che consentiranno di sfruttare le batterie dei veicoli per fornire servizi alla rete, come la copertura dei picchi di domanda.
Le opportunità industriali quindi abbondano, considerando che il 2020-2021 dovrebbe essere il punto di svolta per il boom di vendite di auto elettriche in Europa e che le ultime previsioni di Bloomberg New Energy Finance vedono in netta e costante crescita il segmento delle batterie.
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