Mercato libero, lento il passaggio dal regime di tutela e scarsa la concorrenza
Tante sono ancora le criticità per il prossimo passaggio dal mercato a maggior tutela dell’energia a quello libero previsto per il 1° luglio 2020.
Queste preoccupazioni sono emerse nel corso di una audizione del presidente dell’Autorità per l’Energia (Arera) Stefano Besseghini alla X Commissione Attività Produttive alla Camera dello scorso 18 novembre (allagata in basso la memoria Arera).
Nel settore elettrico, il servizio di maggior tutela – ha spiegato Besseghini – costituisce ancora il metodo di fornitura cui i clienti di piccola dimensione (clienti domestici e alcune imprese) ricorrono più frequentemente. Sono soprattutto i clienti domestici rispetto a quelli non domestici a restare ancorati alla maggior tutela.
Dal grafico si può notare come, nonostante una progressiva uscita dei clienti dal regime di tutela, nel 2018, il 56% dei clienti domestici (circa 16,5 milioni), era ancora fornito da questo servizio, mentre solo il 43% dei clienti non domestici (circa 3 milioni) vi ricorreva.
Il cambiamento è dunque meno rapido di quanto la stessa Autorità pensava, visti anche gli strumenti messi a disposizione per valutare i nuovi fornitori: portale offerte, portale consumi, campagne informative, Atlante del consumatore, ecc.
Nell’elettrico dal punto di vista della dinamicità dei clienti domestici nel 2018 c’è stata in generale una scarsa propensione a cambiare il fornitore (i passaggi tra modalità di fornitura sono stati pari a circa il14%).
Più dinamico il segmento di mercato dei clienti non domestici. Qui i passaggi tra modalità di fornitura nel 2018 risultano pari a circa il 20%.
Un accenno anche al mercato del gas. In questo caso nel 2018, il 50% dei clienti domestici e il 43% dei condomini uso domestico è stato rifornito nel servizio di tutela, per un totale di circa 10,2 milioni di clienti finali.
Il presidente di Arera ha evidenziato come l’attività di vendita ai clienti di piccole dimensioni soffra di scarsa concorrenza per entrambi i settori, nonostante la presenza di oltre 400 operatori attivi per ciascun comparto.
Ad esempio, per la fornitura di energia elettrica, nel 2018, il primo operatore ha fornito circa il 70% dell’energia consumata dai clienti domestici e circa il 39% di quella consumata dai clienti non domestici.
In prospettiva, si ipotizza che la consistenza dei servizi di tutela rimarrà sostanzialmente invariata al 1° luglio 2020.
Alcuni di questi dati verranno meglio analizzati nel “Rapporto annuale sul monitoraggio dei mercati della vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas naturale per l’anno 2018”, di prossima pubblicazione.
Alcuni dei deputati presenti in audizione hanno evidenziato i rischi di un passaggio automatico al cosiddetto regime di salvaguardia, che attualmente ha costi più elevati.
Ricordiamo che lo strumento della salvaguardia avrà un ruolo transitorio nel superamento del servizio di maggior tutela, garantirà cioè la continuità della fornitura ai clienti sprovvisti di un contratto di fornitura a condizioni di libero mercato.
Besseghini ha spiegato che il regime di salvaguardia, cosi come presentato nel documento di consultazione (397/2019/R/ee) è diverso da quello previsto oggi per i grandi clienti, in quanto terrà conto delle specificità del percorso con meccanismi volti anche a contenere i segnali di prezzo, senza spiazzare le offerte del mercato libero.
L’Autorità ritiene auspicabile l’approvazione di specifici interventi normativi volti a consentire un percorso di graduale superamento dei regimi di tutela di prezzo in entrambi i settori dell’energia elettrica e del gas, per “perseguire nel modo più efficace l’obiettivo di completa liberalizzazione dei mercati dell’energia e di interventi volti a favorire la promozione di una effettiva concorrenza”. Un percorso che dovrebbe partire dalle piccole imprese e dalle partite Iva.
Un aspetto chiave da seguire – spiega Besseghini – è quello rispettare “i principi di gradualità, trasparenza, competitività delle offerte e consapevolezza del consumatore”
Da una recente ricerca curata dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e da Public Affairs Advisors sulle aspettative riguardo ai possibili effetti sui prezzi che l’addio alla maggior tutela potrà determinare, la percezione dei consumatori appare ancora contrastante, anche se sembra prevalere sempre più un orientamento ispirato all’ottimismo. Dalla prima rilevazione di maggio 2018 all’ultima di giugno 2019 il timore che possa esservi un rincaro delle bollette è andato progressivamente riducendosi.
QualEnergia.it di tanto in tanto presenta delle brevi analisi sulle proposte del mercato libero, in particolare nel settore elettrico.
Recente è la nostra ultima inchiesta sulle migliori proposte di energia “verde” al 100% e su quanto fanno spendere alle famiglie in confronto alle tariffe per così dire “normali”.
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