Perché le società elettriche temono le nuove norme Ue sulla privacy
Le nuove norme sulla protezione dei dati personali potrebbero impedire alle società energetiche di sviluppare molti servizi digitali, centrati sull’utilizzo di reti intelligenti (smart grid) con apparecchi elettronici interconnessi.
Diverse associazioni del settore elettrico e delle fonti rinnovabili, tra cui Eurelectric e SolarPower Europe, hanno inviato una lettera congiunta a Bruxelles (documento allegato in basso), per segnalare alcuni punti critici nella proposta di regolamento Ue che riguarda la gestione e la tutela dei dati nelle comunicazioni elettroniche (ePrivacy).
Il problema, evidenziano i firmatari della lettera, è che la maggior parte dei servizi innovativi in campo energetico prevede necessariamente il trattamento e l’elaborazione di una serie di dati forniti dai contatori intelligenti (smart meter) e dagli altri dispositivi installati nelle case dei clienti finali, come sensori, termostati, sistemi di domotica, batterie di accumulo e così via.
Il mercato elettrico digitalizzato, infatti, si basa in gran parte sul controllo da remoto e la misurazione in tempo reale dei consumi energetici giornalieri, anche coinvolgendo l’utente attivo (prosumer) che autoproduce e consuma elettricità con impianti fotovoltaici.
Tuttavia, si legge nella lettera, questi nuovi servizi e modelli economici “sarebbero inconcepibili senza la raccolta dei dati attraverso dispositivi e terminali di diverso tipo”.
Invece, chiariscono le associazioni, secondo la bozza dell’art. 8 del regolamento, “le informazioni provenienti dai dispositivi dei clienti finali possono essere raccolte e analizzate unicamente sotto le più severe restrizioni”.
Restrizioni che peraltro non riguardano solo i dati “sensibili” personali, ma anche quelli reali-fattuali (“factual” nel testo) e commerciali.
Il provvedimento, così come è stato proposto, rimarcano le associazioni, copre quasi tutti gli sviluppi innovativi per l’industria energetica, senza eccezioni. Ad esempio, si spiega nella lettera, “i dati non possono essere trattati nemmeno se necessari per l’esecuzione di un contratto con l’utente finale, per l’adempimento di un obbligo legale o per interessi imperativi”.
Inoltre, nella bozza attuale del regolamento ePrivacy, il consenso al trattamento dei dati può essere revocato in qualsiasi momento dal cliente senza alcun preavviso, rendendo quindi impossibile l’erogazione dei relativi servizi contrattuali.
La lettera delle associazioni (pdf)
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