Prezzi delle batterie al litio nel 2019: -87% dal 2010. E dopo?
Vanno sempre più giù i prezzi delle batterie al litio, avvicinandosi alla soglia che secondo alcuni analisti consentirà alle auto elettriche di costare quanto gli analoghi modelli a benzina, e senza incentivi.
Difatti, i prezzi sono crollati intorno a 156 dollari per kWh quest’anno, con una discesa molto marcata (-87% in termini reali) rispetto ai valori del 2010, quando le stesse batterie “viaggiavano” sopra 1.100 dollari per kWh, evidenzia il Battery Price Survey pubblicato in questi giorni da Bloomberg New Energy Finance (BNEF).
La riduzione dei costi nel 2019, spiegano gli esperti di BNEF, è stata favorita dall’incremento della domanda mondiale di batterie, a sua volta dipesa in buona parte dalle maggiori vendite di auto “alla spina”.
Un altro fattore che ha contribuito al crollo dei prezzi è stato il progresso tecnologico, con la diffusione di prodotti a densità energetiche più elevate.
E nel 2023, si legge nell’analisi di BNEF, i prezzi medi globali delle batterie al litio saranno molto vicini ai 100 $/kWh per poi diminuire ulteriormente nel 2024, quando la domanda complessiva di accumulatori al litio avrà superato 2 TWh.
Cento dollari per kWh è considerato il punto in cui le auto 100% elettriche inizieranno a raggiungere la parità di costo senza sussidi con le vetture a combustione interna, anche se molto dipenderà dalle caratteristiche dei singoli mercati (aree geografiche, segmenti dei veicoli, economie di scala).
Tuttavia, un recente studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha sollevato parecchi dubbi sulla possibilità di toccare questo “numero magico”, 100 dollari per kilowattora, nel lasso di tempo previsto da BNEF e da altri studiosi di batterie.
In sostanza, il MIT ritiene che i prezzi di vendita dei veicoli elettrici potrebbero non scendere mai allo stesso livello dei modelli tradizionali a benzina o gasolio, finché i produttori non troveranno valide alternative al litio per le batterie.
I ricercatori, infatti, prevedono che i prezzi probabilmente diminuiranno solo a 124 $/kWh entro la prossima decina d’anni, anche perché si avvicineranno sempre di più ai limiti fissati dai costi delle materie prime necessarie per produrre le batterie, non solo il litio ma anche gli altri metalli che compongono la ricetta chimica degli accumulatori, come il cobalto.
Tornando alle valutazioni di BNEF, nella sintesi dello studio si legge che nei prossimi 5-10 anni i costi di produzione degli accumulatori al litio continueranno a calare, grazie all’aumento dei volumi e allo sviluppo di tecnologie più efficienti con densità energetica superiore in confronto ai prodotti attuali.
Così il mercato complessivo delle batterie al litio, considerando le interazioni tra i vari fattori (minori costi produttivi, maggiori volumi, crescita della domanda e così via), salirà fino a 116 miliardi di euro/anno nel 2030, secondo le previsioni di BNEF riassunte nel grafico sotto.
Un altro punto di fondamentale importanza, affermano poi gli analisti, è lo sviluppo di nuove piattaforme costruttive progettate su misura per le auto elettriche: piattaforme modulari che consentono di produrre diversi tipi di modelli con differenti taglie di accumulatori partendo dalla medesima architettura “base”, con l’obiettivo di standardizzare il più possibile le caratteristiche di celle e batterie.
Questa è la principale ragione dietro le alleanze tra i colossi mondiali dell’auto, come il recente progetto di fusione tra Fiat-Chrysler e il gruppo francese PSA.
Al centro degli accordi c’è infatti la condivisione di esperienze e tecnologie nel campo della mobilità elettrica, con particolare riguardo alle piattaforme modulari più avanzate che permettono di “sfornare” modelli alimentati con propulsori convenzionali, ibridi plug-in e 100% elettrici.
Comunque gli stessi analisti di BNEF riconoscono che potranno verificarsi degli intoppi e dei rallentamenti sul percorso verso il “numero magico”; inoltre, è ancora più incerto il cammino che dovrebbe portare l’industria delle batterie a scendere sotto 100 $/kWh, perché ci sono diverse opzioni tecnologiche da vagliare, tra cui le batterie a stato solido e l’introduzione di nuovi materiali negli anodi e catodi delle batterie, materiali che potrebbero rivoluzionare le prestazioni degli accumulatori.
Ricordiamo, infine, che il 2020-2021 sarà il punto di svolta per il mercato dell’auto a batteria secondo le ultime valutazioni di Transport&Environment; la stessa BNEF nel suo Electric Vehicle Outlook 2019 ipotizza che dal 2020 le vendite mondiali di veicoli elettrici aumenteranno in modo sensibile, tanto che nel 2040 ci saranno circa 500 milioni di vetture plug-in in circolazione, il 30% del totale (oggi: 0,5%).
Intanto l’Europa si sta avviando verso la costruzione di super-stabilimenti produttivi di celle e batterie al litio, grazie alle iniziative di Bruxelles e di singoli governi con la Battery Alliance, senza dimenticare i piani di Elon Musk, che punta a costruire a Berlino la prima gigafactory di Tesla nel nostro continente.
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