Reddito energetico, ecco la legge della Puglia che incentiva le rinnovabili
Incentivi a fondo perduto fino a 6.000 euro per installare impianti energetici a fonti rinnovabili, che possono aumentare fino a 8.500 euro se gli impianti prevedono anche un sistema di accumulo elettrico. Per uno stanziamento complessivo di 5,6 milioni di euro nell’anno finanziario in corso. Sufficienti in pratica per acquistare circa un migliaio di impianti fotovoltaici da 3 kWp, o 650 circa, se ognuno di questi fosse dotato anche di batterie.
Questi in estrema sintesi i numeri del reddito energetico per le famiglie più bisognose, varato ufficialmente dalla Regione Puglia a inizio agosto, per installare impianti fotovoltaici, micro-eolici o anche solari termici in comodato d’uso sui tetti di abitazioni o condomìni.
Con la legge 9 agosto 2019, n. 42, (in allegato in basso) la Regione Puglia intende contrastare le difficoltà di approvvigionamento energetico delle famiglie socio-economicamente più disagiate, di quelle più numerose, delle giovani coppie e dei nuclei familiari con persone disabili o invalide.
La Puglia è una delle regioni dove maggiore è il numero di cittadini in stato di “grave deprivazione,” come evidenziato in questo grafico dell’Ufficio Statistico della stessa Regione:
Oltre alla lotta contro la povertà energetica delle persone più vulnerabili, la legge intende anche favorire la tutela dell’ambiente, grazie alla riduzione delle emissioni nocive all’atmosfera, e lo sviluppo economico del territorio, tramite la creazione di un quadro favorevole alla crescita di una filiera di servizi locali per l’installazione, manutenzione e gestione degli impianti.
Come accennato in un precedente articolo, l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico o micro-eolico potrà essere auto-consumata dai beneficiari nell’ambito delle normali regole dello Scambio sul Posto, amministrato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). I beneficiari si impegnano però a cedere alla Regione eventuali proventi derivanti dall’immissione in rete dell’energia rinnovabile non immediatamente utilizzata. I crediti così generati alimenteranno un fondo regionale destinato a finanziare nuovi impianti e promuovere ulteriormente le energie verdi.
Tutte le spese per l’acquisto, installazione, manutenzione straordinaria e telecontrollo degli impianti saranno a carico della Regione, che procederà tramite dei bandi pubblici alla selezione dei beneficiari. Nessun onere quindi per i percettori del reddito energetico, ad eccezione delle spese di manutenzione ordinaria, dell’eventuale facoltà di riscatto e di eventuali obblighi risarcitori in caso di inottemperanza o decadenza dal beneficio.
Per l’applicazione effettiva della legge, bisognerà attendere la pubblicazione dei regolamenti attuativi, che la Giunta regionale dovrà adottare entro il 5 febbraio 2020. Da notare che il reddito energetico è sottoposto ad una cosiddetta “clausola valutativa.” Ciò vuol dire che fra due anni, la giunta regionale si riunirà per valutare i risultati ottenuti dall’iniziativa e decidere eventuali modifiche, che potranno andare da un potenziamento del reddito ad un eventuale termine dell’esperimento.
Di seguito, una sintesi dei punti più significativi della legge:
- Contributo a fondo perduto fino a un massimo di 6.000 euro, per ciascun intervento di acquisto e installazione di impianti fotovoltaici o solari termo-fotovoltaici, oppure ancora di impianti microeolici. Il 20% di questo contributo potrà essere, eventualmente, utilizzato per l’acquisto e l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria;
- un contributo a fondo perduto fino a un massimo di 8.500 euro per l’acquisto e l’installazione di sistemi di accumulo.
- Possono beneficiare dei contributi i proprietari o usufruttuari a vario titolo di unità abitative indipendenti o di unità abitative facenti parte di condomìni.
- Possono accedere al contributo anche i condomìni, per le utenze relative ai consumi di energia elettrica per il funzionamento degli impianti a uso condominiale.
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Nell’erogazione del contributo saranno favoriti:
- i nuclei familiari in condizioni di disagio socio-economico valutate sulla base del valore dell’indicatore ISEE;
- i nuclei familiari composti da cinque o più componenti, le giovani coppie e i nuclei familiari formati da anziani che abbiano superato il sessantacinquesimo anno d’età, nonché i nuclei familiari con più di due figli minori;
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i nuclei familiari con almeno un componente affetto da invalidità o handicap riconosciuti dalle autorità.
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