Un terzo dei grandi impianti fotovoltaici avrà la tecnologia a inseguimento
Celle bifacciali e sistemi di tracking monoassiale sono le due tecnologie che con ogni probabilità faranno fare un nuovo scatto in avanti al fotovoltaico utility-scale, con aumenti di efficienza ed energia prodotta che consentiranno anche di aumentare il ritorno economico dei grandi impianti a terra .
Tanto che secondo IHS Markit circa un terzo dei parchi fotovoltaici sarà dotato di tracking: le previsioni parlano di 150 GW di nuove installazioni FV con questa tecnologia nel periodo 2019-2023 grazie al ruolo trainante degli Stati Uniti – che sarà il singolo mercato più dinamico per questo genere di progetti – e alla forte crescita della domanda di fotovoltaico a inseguimento solare nell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa).
Nei sistemi di tracking monoassiale, ricordiamo in breve, ogni pannello, posto in orizzontale o leggermente inclinato verso sud come nelle installazioni fisse, è montato su un perno, che gli permette di ruotare in un’unica direzione da est a ovest.
E ogni fila di moduli, grazie a un meccanismo di tiranti e leve, viene fatta ruotare in quella direzione da un solo motore elettrico, limitando così al minimo i componenti che si potrebbero guastare.
Così il tracking monoassiale permette di seguire l’arco del sole durante il giorno, ma non può adattare l’inclinazione del pannello alla diversa altezza nel cielo che il sole raggiunge nelle varie stagioni, come facevano invece gli inseguitori biassiali, che però sono molto più complessi e costosi.
L’incremento di efficienza può arrivare al 20% circa secondo le località in cui si trovano gli impianti.
Più in dettaglio, evidenzia IHS in una nota, le Americhe faranno oltre il 40% del mercato globale del tracking nei prossimi cinque anni, soprattutto negli Stati Uniti e anche in Messico dove si prevede un boom di nuovi parchi di grandi dimensioni.
Il grafico sotto riassume il ruolo delle principali aree geografiche nelle vendite internazionali dei sistemi di PV trackers.
La zona EMEA assorbirà il 32% circa del mercato complessivo mentre l’Asia si fermerà al 24% circa.
In particolare, per quanto riguarda l’Europa, IHS segnala la Spagna come paese in cui ci sarà un’espansione del tracking per il fotovoltaico di grande taglia.
Guardando infine all’Asia-Pacifico, si prevede che Australia, Cina e India figureranno tra i maggiori dieci mercati su scala mondiale, con una domanda cumulativa intorno a 30 GW di parchi FV equipaggiati con tecnologie per l’inseguimento solare.
NEXTTracker e Array Technologies, le due aziende leader del tracking fotovoltaico, vedranno una crescente concorrenza di società come Soltec, Arctec Solar, PVH e Convert Italia.
Gli esperti di IHS, inoltre, si aspettano che nel 2020-2021 il divario di prezzo tra moduli monofacciali/bifacciali diventerà “relativamente insignificante rispetto ai guadagni di efficienza” che le celle bifacciali sono in grado di assicurare, soprattutto in condizioni ottimali con terreni altamente riflettenti, ad esempio quelli aridi nelle regioni semidesertiche.
Di conseguenza, moduli bifacciali e inseguimento solare andranno a formare un’accoppiata sempre più richiesta nei nuovi grandi impianti FV in molti paesi.
Alcuni mesi fa, in un nostro approfondimento sul tema (vedi qui ), l’esperto Mauro Moroni stimava che il tracking in un impianto da 1 MW, aggiunge circa 100mila euro al costo totale ma fornisce un 18% di aumento di produzione che a 1500 ore di fattore di capacità (tipico della Sicilia), vuol dire che invece di 1,5 GWh, in un anno l’impianto produrrà quasi 300 MWh in più, che per un contratto di fornitura a 50 €/MWh, fanno circa 15mila euro di incasso ulteriore l’anno. Pertanto in circa 7 anni l’investimento si recupera.
E il ritorno ci spiegava, è anche più veloce se l’impianto usa pannelli bifacciali, che aggiungono al costo circa 2-5 c€/watt, ma, che, accoppiati al tracking monoassiale, aumentano il rendimento di un ulteriore 4-7%, a seconda del tipo di terreno sottostante gli impianti grazie alla luce diffusa e riflessa che colpisce il retro del pannello, soprattutto quando è alzato per seguire il sole.
L’inseguimento però non è una tecnologia adatta a tutte le grandi installazione: richiede un terreno pianeggiante e non accidentato e va sosttolineato che il tracking monoassiale diventa via via meno efficiente salendo di latitudine, perché questo fa aumentare la differenza nell’altezza del sole nelle varie stagioni. Inoltre, ovviamente, il tracking in generale serve a poco dove il tempo è molto nuvoloso e quindi per lunghi periodi non c’è un sole da seguire in cielo.
L’inseguimento si sposa invece molto bene con l’accumulo a batterie: grazie a esso, infatti, la produzione solare durante il giorno diventa più “piatta”, e questo consente una ricarica degli accumulatori più costante, sottoponendoli a un minore stress. Uno dei maggiori progetti che stiamo seguendo in Italia, un impianto da 20 MW in Sicilia che dovrebbe entrare in funzione entro il 2021, comprenderà sia tracking che accumuli per 5 MW/MWh.
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