Usa, carbone in crisi, bailout accantonato ed emissioni in discesa
Nonostante Trump e il suo amore dichiarato per il carbone, le emissioni degli Usa continuano a calare soprattutto perché si chiudono le centrali alimentate con questo combustibile fossile, mentre i piani per un soccorso a questa fonte e al nucleare sembrano essere stati per il momento accantonati dalla Casa Bianca.
Le emissioni di gas serra prodotte dai più grandi impianti statunitensi, infatti, sono diminuite del 2,7% nel 2017, mostrano i dati dell’EPA: un calo più marcato rispetto al 2016, quando erano scese del 2%, che, si spiega, è dovuto soprattutto alla chiusura di diverse centrali a carbone, battute dalla concorrenza di gas e rinnovabili.
Particolare l’interpretazione del numero uno dell’EPA, Andrew Wheeler, lobbista delle fossili paracadutato da Trump alla guida dell’agenzia con la missione dichiarata di fermarne l’azione contro le fonti sporche (in foto).
“Grazie al programma di riforme normative del presidente Trump, l’economia è in forte espansione, la produzione di energia sta aumentando e stiamo riducendo le emissioni di gas serra da importanti fonti industriali”, dichiara Wheeler in un comunicato stampa, spiegando che i dati dimostrano che non sono necessarie normative federali per guidare le riduzioni delle emissioni di anidride carbonica.
I numeri però sottolineano anche che l’amministrazione non è stata in grado di rallentare il rapido declino del carbone: nel 2017 negli Usa sono stati chiusi o convertiti da carbone a gas a quasi 9 GW di centrali a carbone.
Gli elettori degli Stati che producono e bruciano carbone, come noto, costituiscono gran parte della base elettorale di The Donald, ma il presidente non è stato in grado di rimettere in salute il settore, come ha fallito, per ora, anche sul nucleare.
Il ministro dell’Energia Rick Perry ha presentato mesi fa alla Casa Bianca un piano per sovvenzionare gli impianti a carbone e nucleari, in nome della sicurezza energetica nazionale.
Perry però già a fine settembre dichiarava che le sue idee erano ancora “bandite”. Ora, secondo quanto riporta Politico, i funzionari della Casa Bianca hanno messo in un cassetto il piano per il cosiddetto bailout del carbone e dell’atomo, dopo che una vasta coalizione di operatori del gas naturale, associazioni dei consumatori, alcuni gestori di rete e operatori delle rinnovabili si sono opposti alle sovvenzioni per le due fonti in declino.
La chiusura delle centrali a carbone negli Stati Uniti dovrebbe continuare quest’anno, con le compagnie elettriche che prevedono di chiudere 14 GW nel 2018.
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